Questa è classe. Tu mi piaci, Lloyd. L’ho sempre detto io. Sei il miglior barman del mondo. Il migliore tra tutti i dannati barman che ho visto fra Timbuktu e Portland, Maine. O, Portland, Oregon, se preferisci. (*)

Questa è una delle frasi “da film” che prima o poi dirò, magari modificando la parte finale: “Il migliore tra tutti i dannati barman che ho visto tra Timbuktu e Samone, Trento. O Samone, Torino, se preferisci.” Così per dare un tocco più nostrano a tutta la questione.

Dei baristi tutto sommato buoni, ne ho già scritto, sorridendo sulle piccole venali e involontarie scivolate: ricordate la spillatura alla tedesca?

Famosa la spillatura alla tedesca di una Saison, notoriamente la birra più gasata al mondo, fatta da Berto, del bar G…… L’ondata di schiuma prodotta se lo portò via a settembre del 2021 e ancora di lui non si hanno notizie.

Non potevo però sorvolare ancora sul gravoso problema dei cattivi baristi, che come nubi oscure affossano in poche maldestre mosse l’onesto lavoro di generazioni di Lloyd a cui tanto, noi frequentatori di bar, dobbiamo.
A fin di bene, perchè non abbiano a ripetersi, riporto le più significative:

  1. Vuole due patatine?
    Siamo al momento dell’aperitivo, appellativo rovinato dagli inascoltabili neologismi apericena, aperipranzo, apericolazione, aperispuntino, tra l’altro invenzione trentina è un momento sublime della giornata, sia questa lavorativa o meno. Vero che si usa dire “beviamo un aperitivo”, tuttavia, sgranocchiare due beneamate patatine, noccioline, una bruschettina, una fetta di prosciutto, una scheggia di formaggio, qualsiasi cosa commestibile mentre sorseggio uno spritz da mezzo litro non può che essere gradito, non me lo dovresti chiedere. Portalo e basta che se poi non lo voglio, pazienza. Non stiamo parlando di mezzo chilo di amatriciana che se avanza è un peccato. E se avanzano, lo sappiamo tutti che poi, appena noi usciamo, tornano nel sacchettino sotto il banco.
  2. Le cambio il bicchiere?
    Succede di solito quando si aperitiveggia in compagnia. Studi matematici assai approfonditi hanno stabilito che il numero di giri ordinati al bar da una compagnia affiatata equivale al numero dei convenuti meno n. n è la quota fisiologica di quelli che quando è l’ora di pagare vanno in bagno o rispondono ad una urgentissima e improcrastinabile telefonata. Dopo il primo giro quindi, inesorabilmente, qualcuno ne proporrà un secondo. Come ti viene di chiedermi di riversarlo nel bicchiere di prima? Cosa è, un servizio a parte? La prossima volta mi porto il bicchiere da casa così mi fai lo sconto? Se vai al ristorante non è che ti chiedono se vuoi cambiare il piatto tra due portate. Se voglio un secondo gelato, me lo metti sul cono di prima? Ti rimettono forse le sigarette nuove dentro il tuo pacchetto vuoto?
  3. Opps, finita la bottiglia. Aspetti che rabbocco.
    Non ci crederete ma accade anche che ti venga versato del vino nel bicchiere da una bottiglia che palesemente ne contiene una quantità insufficiente. Ora, lo vedo io da questa parte del bancone, io che ci vedo poco e che non faccio il barista. Eppure imperterrito il cattivo barista ti versa tutto quello che c’è , spreme la bottiglia fino all’ultima goccia poi ne apre una seconda e rabbocca il tuo calice. Ma visto che la seconda bottiglia la devi comunque aprire, cosa ti costa versare direttamente da quella che fai anche bella figura? Poi, non visto, oplà, rabbocchi la tua bottiglia e non ci hai rimesso nulla, anzi.
  4. Le do il bicchiere per la birra?
    So che ci sono persone che preferiscono bere la birra direttamente dalla bottiglia, ma per quanto mi riguarda meriterebbero un DASPO da ogni locale pubblico, assieme a chi taglia a pezzettini gli spaghetti, mangia la pizza con l’ananas o mette l’acqua minerale nell’Amarone, ma pare non si possa fare. Che poi sia proprio il barista a proporti una bevuta di canna è abominevole. Come ti proponesse di bere il caffè direttamente dalla macchinetta o di farti una bistecca addentando direttamente le chiappe di un maiale… La birra va versata come si deve nel bicchiere giusto, deve perdere parte della CO2 e deve fare il suo bel cappello di schiuma. Non si discute.
    P.S. Ovviamente parlo di birra, non di quelle orribili annacquate misture messicane nel nome col limone nel collo della bottiglia.
    P.P.S. Il cattivo barista, assodato che la birra di canna se la può bere lui, spesso acchiappa un bicchiere a caso che poi si rivela insufficiente a contenere tutta la birra della bottiglia. Stessa condanna di quelli sopracitati.
  5. Ecco la sua schiumabirra
    Quasi tutti i bicchieri della birra hanno una lineetta, verso l’alto, con a fianco la scritta 0.2, oppure 0.4 o 0.5 della quale, il cattivo barista sconosce lo scopo. Infatti “la sua birra” solitamente è per un terzo schiuma, elemento indispensabile, per carità, ma a livello abbeveramento, assolutamente inconsistente. Il cattivo barista sogghigna quando faccio notare che il livello è inferiore a quanto previsto. Il ghigno scompare quando, applicando la proprietà transitiva tra birra bicchiere e prezzo, pago i due terzi di quanto previsto.

Per concludere, nel rimarcare la mia massima solidarietà e gratitudine ai bravi baristi, vi chiedo di partecipare a questo piccolo sondaggio.

Grazie

(*)dal film Shining di Stanley Kubrick, di Stephen King. Jack (Jack Nicholson )


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