Non entrate in quel locale.

Terza puntata

Riassunto della puntata precedente
…era la rivincita di noi che non bevevamo vino. Il mondo dei bar stava cambiando in nostro favore. Poteva essere il successo, ma non fu così.

Non avevamo considerato i baristi.


Perché col tempo anche i baristi erano cambiati. Ai miei tempi il barista era una signora, spesso di età avanzata, che si era trovata a fare quel mestiere perché la mamma le aveva lasciato il bar in eredità. Avrebbe fatto volentieri altro, ma si sa, l’azienda di famiglia va portata avanti. Queste signore lavoravano là dentro per decenni, si sposavano là dentro, facevano i figli, quelli magari non proprio dentro ma li allevavano dietro al bancone, gli facevano fare i compiti nel retro, erano spesso astemie e non avevano collaboratori. Aprivano al mattino e chiudevano alla sera senza mai andare via. Quelle bariste non esistono più, ora ci sono loro:

Il barista inconsapevole.
Lui sa di essere un barista e sa pure di avere, tra spine e frigorifero, diverse tipologie di birra. Non sa altro. Il frigo gli viene riempito periodicamente dal rappresentante con le marche che sceglie in base ai gadget che le aziende offrono.
Inutile, anzi dannoso chiedere:”Che birra hai?” perché il dialogo sarebbe grossomodo questo:
” Alla spina e in bottiglia.”
” Ah… alla spina, meglio. Che birra è?”
” Chiara”.
” Si… chiara. Ma che tipo di birra…”
” Tipo… birra chiara.”
Osiride, lancia un fulmine su questo bar…

Il barista esperto spillatore.
A differenza dell’inconsapevole, questo è informatissimo sulla birra che sta per spillare perché nel 2003 è andato in trasferta, pagata dall’azienda produttrice, a visitare il birrificio e a seguire un corso, appunto di spillatura che ritiene prestigioso quanto una laurea in ingegneria spaziale conseguita alla Stanford University. Tiene l’attestato incorniciato sopra alla porta del bagno e ve lo citerà ogni venti minuti, tempo minimo per spillare la vostra birra con la tecnica tedesca, che prevede, vi spiegherà, il riempimento in tre fasi con bicchiere rigorosamente in piedi e distante dalla spina. Si fa cadere il liquido e si lascia sprigionare la schiuma che deve poi ridimensionarsi naturalmente, col tempo. Per tre volte. Se per caso, dopo il 2003 ha cambiato tipologia di birra, magari Belga o Irlandese, il nostro barista esperto spillatore continua imperterrito con la sua tecnica alla tedesca. Famosa la spillatura alla tedesca di una Saison, notoriamente la birra più gasata al mondo, fatta da Berto, del bar G…… L’ondata di schiuma prodotta se lo portò via a settembre del 2021 e ancora di lui non si hanno notizie.

Ora fortunatamente i tempi sono cambiati, abbiamo anche sul nostro territorio molti e ottimi prodotti artigianali, e molti locali offrono birre per ogni gusto e spillate nel giusto modo da baristi competenti.

Se però entrate in un locale e alla domanda ” Che birra avete” vi rispondono ” Alla spina e in bottiglia” o se sopra la porta del bagno notate un attestato di partecipazione ad un corso di spillatura, o cambiate locale o, come me, ordinate una “sferetta di Marzemino”

Alla prossima

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