Prompt di scrittura di Bloganuary
Se potessi disinventare qualcosa, quale sarebbe?

Chitarristi da spiaggia, ma anche da taverna, pianisti da poche dita, soffiatori di armoniche, fisarmonicisti ansanti, è arrivato il momento di alzare la voce.

Io so quanta sofferenza vi è costata imparare una semplice melodia, quanto dolore fisico alle mani, ai polpastrelli, ai polsi, quanta frustrazione per un accordo che proprio non veniva o per un assolo che si impuntava alla quarta nota.

Mi par di vedervi a provare e riprovare, ad osare, a studiare, a soffrire, nell’ombra della vostra cameretta, rubando ore al riposo (vostro e ahimè di chi vi circonda), ostinati e caparbi perché dal vostro strumento, sgorghi infine qualcosa che assomigli ad una canzone. Voi insistevate eroici, e le mani vi dolevano e la testa non ricordava più la sequenza armonica ma non vi arrendevate e proseguivate soffrendo, fino alla fine, fino alla vittoria.

E’ allora che arrivato il vostro, il nostro momento, quando, dopo una cena tra amici, in spiaggia, sul muretto del paese, fuori dal bar o in un rifugio, qualcuno propone: “Dai, suona qualcosa che cantiamo”. Allora finalmente e con orgoglio potete, possiamo dire: “Dai qua che suono io!”

Photo by Keith Wako on Pexels.com

E tutto sembra andare bene, ricordate gli accordi, le parole vengono da sole e le vostre quotazioni salgono e siete il re della serata, tutti partecipano e si guardano sorridendo, finché qualcuno, che finora non ha cantato, non ha battuto le mani a tempo, non ha inventato una batteria con due penne e un bicchiere, non tira fuori lo smartphone. Con sapienza attacca una cassa Bluetooth da 300 watt e mentre voi state arpeggiando Stairway To Heaven che a casa era venuta da Dio, avvia l’app Karanza, il karaoke maranza e mette a tutto volume lo stesso brano, suonato da Jimmy Page in persona. Si guarda in giro compiaciuto come stesse suonando lui, poi passa a Battisti suonato da un’orchestra di archi della filarmonica di Vienna, Bennato, De André, Eric Clapton.

Tutti cantano, non si guardano più, costretti al loro cellulare, senza sorridere in quella che è diventata una manifestazione di celodurismo. Quando infine dal Karaoke Maranza partono le prime note di un brano di Jimmy Hendrix, appoggiate il vostro strumento, chitarra, fisarmonica, pianoforte, mandolino che sia e vi ritirate sconfitti ad affogare il vostro dolore, in un bombardino con panna montata e polvere di caffé da 66cl.

Quindo lo ribadisco, lo grido, lo urlo e lo canto accompagnato da un giro di DO, che i karaokeisti nemmeno sanno che cosa è:

DISINVENTIAMO IL KARAOKE!

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