
Sono, per consapevole scelta, una persona libera e pacata. Dopo una vita lavorativa che spesso mi ha tenuto in forte tensione, credevo di essermi meritato questa salutare e piacevole condizione, assolutamente compatibile con il mio ruolo di pensionato. In poche parole: “nel rispetto altrui, faccio quello che voglio”. Ma mi sbagliavo: c’è chi mina questo mia legittima aspirazione bombardandomi di messaggi di questo tipo:
Bevi birra? Allarme fegato che scoppia e reni da buttare; usi olio di semi? Allarme, non vivrai oltre i cinquant’anni; accavalli le gambe a tavola? Allarme scoliosi; ti schiacci un brufolo? Allarme hai un alien sotto la pelle; fai un bonifico? Allarme bancarotta; ascolti musica, ecco l’allarme Spotify e non ti salvi nemmeno stando immobile senza fare nulla: ecco arrivare puntuale l‘allarme meteo che per una allerta gialla ti da consigli di questo genere:
proteggi con paratie o sacchi di sabbia i locali che si trovano al piano strada e chiudi le porte di cantine, garage, seminterrati. sposta l'auto e/o moto in una zona alta non soggetta ad allagamenti. limita gli spostamenti. tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una radio a pile, una torcia elettrica.
Son periodi difficili, di disastri ne stiamo vivendo anche troppi, non serve inventarsene ogni giorno di nuovi. Abbassiamo i toni, e ridiamo alle parole il loro giusto significato. Ricordiamoci che allarme è un sostantivo che deriva dall’ordine militare “all’arme”, ovvero armiamoci, impugniamo le armi. Portiamo rispetto a chi si si è dovuto armare per combattere il Covid e chi per difendere la propria terra anche se avrebbe voluto fare altro.
E lasciatemi bere la mia birra in santa pace.
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