Molto bene, una legge davvero sensata.
Allora facciamo il conto:
Due anni in un corpo di guardia di Bolzano, inverno sotto zero col riscaldamento spento ed un fornello a gas che mi ustiona le caviglie e mi avvelena i polmoni;
Settimane nella piccionaia della caserma Sant’Ambrogio di Milano, letto sul corridoio appena prima della porta dei gabinetti utilizzati da qualche centinaio di colleghi. Sveglia obbligata ad ogni sciacquone.
Aggregazioni in strutture della Polizia di Stato, lavandini inutilizzabili, finestre rotte, materassi sfondati, docce abitate da animali acqua fredda.
Centinaia di turni a piantonare i detenuti, in reparti di ogni genere con malattie di ogni tipo senza un qualsiasi supporto igienico, niente mascherine né guanti, nessuna possibilità di allontanarsi o di potersi lavare almeno le mani.
Altre decine di giornate in un puzzolente sottoscala tra i gas di scarico dei garage e il deposito dell’immondizia condominiale a vigilare sull’abitazione di un importante politico milanese (ora deceduto, pace all’anima sua ma chi c’è stato sa di cosa parlo…)
Ore ed ore per giorni e giorni dentro un furgone sul bordo di una strada con la temperatura che sale e sale e le esalazioni di chissà quale sostanza chimica dei lacrimogeni che filtrano dallo scatolone; qualche lacrima e un persistente groppo in gola e non perché assalito dalla nostalgia…
In totale siamo ad oltre tremila giorni. Secondo la legge mi spettano otto euro al giorno di risarcimento per le subite condizioni inumane o degradanti, in tutto circa ventiquattromila euro.
Un piccolo particolare mi separa da questo tesoretto.
Non sono un criminale.